San
Sebastiano

Protector Palatioli

Madonna Odigitria

Il culto della Madonna Odigitria,

nacque e si diffuse a Costantinopoli. Non si sa con precisione quando fu introdotto a Palazzolo, sappiamo che divenne popolarissimo in tutta la Sicilia e l'Italia Meridionale, soprattutto nel '600, tanto che ogni paese ebbe una Chiesa dedicata alla vergine "guida della via" protettrice del viandante e del pellegrino. Patrona di Palazzolo fino al 1689, la Madonna Odigitria fu venerata dagli abitanti del quartiere alto del paese, detto di "San Sebastiano". In questa data essa fu sostituita da San Paolo apostolo proclamato "patrono" dagli abitanti della parte bassa del paese, detti "Sampaolesi".

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La proclamazione scatenò una vera e propria "guerra di santi" fra Sampaolesi e Sansebastianesi. I Sansebastianesi ritennero" illegale" l'elezione, scrissero sul fercolo della madonna "Patrona Palatioli" e continuarono così a venerarla, mentre i Sampaolesi scrissero sulla loro "vara" "patronus principalis ". Se da una parte l'elezione di S. Paolo a "Patrono principale" di Palazzolo fu confermata dalla Sacra congregazione dei riti il 15 luglio 1690, dall'altra la nomina della Madonna Odigitria a "Patrona Reale" fu riconfermata dal monarca spagnolo Filippo IV, con un suo decreto speciale datato 14 settembre 1692. Queste sovrapposizioni di "elezioni patronali" diedero inizio ad una duratura rivalità che ancor oggi si estrinseca in una sorte di costruttivo antagonismo fra i comitati organizzatori delle feste di San Sebastiano e di San Paolo. Fino al 1712 1a festa della Madonna Odigitria si svolse in un periodo che oscillava tra il martedì di Pasqua e la domenica in Albis, proprio nel 1712 la data della festa fu differita dal martedì di Pasqua al lO agosto. Il differimento della data avvenne non senza contrasti, e fu dovuto a motivi climatici, ma soprattutto a motivi di natura economica e sociale. La data prescelta cadeva, infatti, in un periodo in cui più intenso era il commercio del grano appena raccolto e più frequenti erano le fiere e gli scambi commerciali per cui i fedeli devoti potevano meglio contribuire alla riuscita della festa con le loro offerte. Tant'è che il differimento dei festeggiamenti dei Santi patroni dall'inverno all'estate fu un fenomeno comune a molti centri della Sicilia. Lo spostamento della data della festa coincise con la fiera che si te¬neva dal 7 al 22 agosto per la festa dell'Assunta, gestita dai Padri Minori Osservanti. Poiché i Sansebastianesi vollero tener fiera dal 6 al 12 agosto si posero in un rapporto di forte competitività e contrasto con i Padri Minori Osservanti. I contrasti furono sedati e risolti nel 1714 dal vicario don Pietro Masuzzo attraverso un indennizzo, di cui non si conosce l'en¬tità, che i Sansebastianesi dovevano ai Padri Minori Osservanti. Sempre per la data della fiera sia i Sansebastianesi che i Padri Minori Osservanti entrarono in conflitto con la vicina Buccheri dove il 10 agosto si celebrava la festa di S. Vito con relativa fiera. Oltre che da questa importante fiera, altro aspetto caratteristico della festa era costituito dalla istituzione (1759) di una rendita in natura per una ragazza da marito. Quest'usanza in epoca più recente fu assunta dal tradizionale "cum¬mitu" (convito), cioè dall'uso di "vestire" da "Madonnuzza" una giovinetta da 14 anni in su, di famiglia poco agiata. Una processione, durante le ore antimeridiane, raccoglieva per le vie del paese, copiosi doni in natura: pane di varie forme, ricotta, formaggio, dolci ecc., poi durante le ore pomeridiane sulla piazza, a ridosso del Municipio, su un palco riccamente addobbato con fiori e frutta, veniva che il clero e confratri sdegnavano intervenire ad una processione sì pazza, ma vi erano costretti dai Vescovi come a festa popolare e antichissima, alla quale non si potea né si dovea porre ostacoli". Questa insolita celebrazione costituiva, dunque, un'occasione festiva in cui la comunità si liberava dai rigidi schemi sociali abituali e consentiva una "temporanea" libertà e liceità di costumi. La festa è per eccellenza periodo per la celebrazione di riti sacri, tuttavia è proprio l'opposizione del tempo della festa al tempo normale che partecipa della dialettica sacroprofano. La Chiesa però non riusciva ad eliminare la permanenza di questi antichi rituali pagani (maschere, fuochi, ecc.) cosicché nei primi anni del XIX secolo, una ordinanza Vescovi la, riportò la celebrazione della Madonna Odigitria alla domenica "in albis" e riservò la data del lO agosto ai festeggiamenti in onore di San Sebastiano Martire, che già si venerava anticamente il 20 gennaio, anniversario del Suo martirio ricordato nella Messa e nella Ufficiatura da tutta la Chiesa Cattolica.

Orario S.S. Messe presso la Basilica di San Sebastiano:
giorni feriali: 08.30 (chiesa dei Cappuccin) - 18.30
giorni festivi: 09.00 - 10.30 - 12.00 -19.00